Ornella Vanoni: «Ho perso tutti i soldi, mi fregavano e per solitudine spendevo il denaro. Non ho un patrimonio di 118 milioni di euro»

A novant’anni Ornella Vanoni pubblica un nuovo disco. Un disco da ballare, sottolinea. Si intitola “Diverse” e ripercorre le sue canzoni, i suoi successi «o almeno quelli che mi piacciono di più. E li ho ricantati, li ho portati al passo con i tempi».

La cantante oggi è ospite a Verissimo. In attesa di ascoltare l’intervista in onda dalle 16.30 su Canale 5, scopriamo qualcosa in più su Ornella Vanoni.


Nata a Milano il 22 settembre 1934, Ornella Vanoni ha 90 anni ed è figlia di un industriale farmaceutico. Durante l’adolescenza è cresciuta in Svizzera, Francia e Inghilterra. Nel 1953 torna a Milano e si iscrive all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, interessata a intraprendere una carriera nel mondo della recitazione.

Qui entrerà nelle grazie del suo maestro, tanto da iniziare una relazione con quest’ultimo della durata di un anno. Il suo debutto nel mondo dello spettacolo come attrice risale al 1956. Invece, si esibirà per la prima volta in qualità di cantante in occasione della prima rappresentazione al Piccolo de I Giacobini di Federico Zardi, datata 13 aprile 1957.

Il suo talento viene riconosciuto dai più importanti autori italiani, che non mancano di destinare le proprie canzoni alla sua voce; tra i nomi figurano personaggi cardini della cultura musicale italiana come Fabrizio de André, Lucio Dalla, Gino Paoli, Renato Zero, Eros Ramazzotti.

Ad oggi sono oltre 40 gli album pubblicati. Il primo, intitolato come il suo nome, è stato pubblicato nel 1961. Nel 2021 invece l’ultima uscita chiamata Unica. In questi lunghi anni del resto sono stati davvero tantissimi i suoi successi: Quei giorni insieme a te, Dettagli, A un certo punto. E ancora: E poi…la tua bocca da baciare, insomma un lungo elenco di pezzi che hanno contrassegnato un pezzo di storia della musica italiana.

Il primo grande amore di Ornella è stato alla giovane età di 19 anni quando ha avuto un vero e proprio colpo di fulmine con il regista Giorgio Sthreler, volto noto nel mondo dello spettacolo. Nel 1960 Ornella intraprende una relazione con Gino Paoli, dando inizio a un amore tormentato e difficile che non durerà molto. Anni dopo la fine della loro relazione, la Vanoni dichiarerà di aver persino perso un figlio da Paoli. Un altro aborto contraddistinse, questa volta volontario, come ha detto la stessa artista: Sempre nel 1960 Ornella sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi, con cui si separerà nel 1962, dopo la nascita del figlio Cristiano. In particolare, con quest’ultimo i rapporti non sono mai stati sereni, a causa soprattutto della carriera dell’artista che l’ha spesso condotta lontano dalla famiglia. A dire della cantante, quel matrimonio fu un errore: «Io volevo ancora bene a Gino e lui mi ha sconsigliato sino all’ultimo, minacciando persino di venire alla cerimonia a cantare Senza fine», ha raccontato a La Repubblica. Tra i suoi amori anche Hugo Pratt.


La cantante ha parlato della sua malattia durante un’intervista a Verissimo, rivelando di aver sofferto di depressione nella sua vita. La donna ha raccontato di aver vissuto un periodo in cui si sentiva sempre triste e si è quindi recata in un istituto, dove le è stata diagnosticata la depressione. Sin da giovane la cantante ha sofferto di una forte insicurezza, che non è scemata nonostante l’enorme successo conquistato negli anni. «Soffro d’ansia, l’ansia non fa dormire e quando non dormi diventi depressa. Ho avuto tre lunghe depressioni nella mia vita. La depressione crea un senso di abbandono totale, è molto sottovalutata, perché è una malattia che non si vede. Mi sono curata bene con uno psichiatra, ma continuo a curarmi ancora oggi, perché a una certa età è sempre più difficile riprendersi dalla depressione». Una lotta continua, insomma, per non ripiombare nel male oscuro, che svuota di emozioni chi ne soffre: «La persona depressa è vuota, non manifesta sentimenti e non li riceve, si crea una barriera che non permette di comunicare, non si sente più niente», ha spiegato l’artista. La Vanoni ha quindi preso in mano la situazione, andando in cura da uno psichiatra che, a detta della cantante, l’ha salvata. «Dopo mesi, quando stavo meglio, andai da lui dicendogli che volevo chiuderla con gli psicofarmaci, ma lui mi rispose: ‘Non ci pensi neanche, lei è un soggetto borderline’». Ora il momento peggiore della depressione è alle spalle, l’artista ha saputo riprendere in mano la propria vita e la propria attività lavorativo, ma non si considera completamente guarita. «L’unica cosa che può salvarti quando si ha questo problema sono gli antidepressivi, che prendo ancora», ha candidamente ammesso. Il trucco per non ricadervi è semplicemente quello di «curarsi bene», ha concluso.

Ovviamente nessuna certezza sui guadagni che la cantante ha totalizzato in carriera. A proposito di guadagni la stessa Vanoni, nel corso di una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera ha dichiarato:

«Nel film lei dice di non avere soldi da parte. Come mai? “Li ho sempre persi tutti. Hanno scritto che ho un patrimonio di 118 milioni di euro, più di Miuccia Prada. Se fosse vero non sarei qui con lei, sarei a nuotare in un’isola del Pacifico”». Alla domanda sul motivo per cui ha perso i soldi, la Vanoni ha quindi risposto: “Un po’ perché mi fregavano: a fine tournée talora mi davano solo una parte di quel che mi spettava; sapevano che non avrei controllato. E un po’ per un senso di solitudine. Ero sempre da sola nelle mie scelte; e gettavo via il denaro. Compravo una casa, la arredavo, poi vedevo che nessuno veniva a trovarmi, neppure mio figlio, e la rivendevo, magari a metà prezzo».

Ornella Vanoni vive a Milano, precisamente nel quartiere super chic di brera. Lo scorso anno ha aperto la sua casa ad Ad. «Dovevo cambiare casa e l’ho comprata in fretta e furia appena rientrata da New York. L’aveva trovata la mia assistente. Quando l’ho vista, sebbene tanto più piccola di quella in cui abitavo prima, ho capito che mi stava aspettando», racconta. La casa è stata restrutturata sapientemente e l’ambiente è molto accogliente, il verde il colore predominante perché «è rasserenante». Un camino nel salone per creare atmosfera e tantissime opere che vanno e vengono: «Soltanto alcune opere che mi hanno regalato i miei amici artisti mi seguono, come lo spezzone di Pomodoro, che è venuto a controllare di persona che fosse collocato nel modo giusto, le sculture di Melotti, i pulcini in vetro di Murano di Alessandro Pianon che avevo comprato all’asta negli Stati Uniti e che erano nella mia casa di Venezia…».

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